Con lo zaino in spalla abbiamo iniziato la salita di 3 km fino a Kawah Ijen, una cava di zolfo nel cratere del vulcano Ijen. Anto, la nostra guida, ci aveva detto che avremmo camminato per ca. 2 ore e che non sarebbe stato impegnativo. Col cavolo! Il sentiero diventava sempre più ripido e a metà strada ca. abbiamo chiesto a quanti metri d’altezza si trovava la cava: ben 2400 m, e il punto di partenza stava a 1200 m, perciò ben 1200 di dislivello! Alla fine ce l’abbiamo fatta in 1 ora e un quarto. Ma ne abbiamo viste di tutti i colori: gente che saliva con le crocs, gli infradito con o senza calzini o con i calzini con le dita… questi sono un po’ pazzi.
Arrivati in cima, il cratere era uno spettacolo. In fondo si trova un lago di colore blu che a volte è avvolto dai fumi di zolfo. Lì vicino viene estratto lo zolfo che la gente del posto porta a valle a piedi, con due cesti sulle spalle. Abbiamo preso la colazione al sacco che ci avevano dato al resort e ci siamo riposati per un po’, poi siamo scesi. Al ritorno tra la foresta pluviale ci siamo fermati un attimo per guardare da vicino le piante di caffè, di cannella e gli alberi di chiodi di garofano. Lungo la strada ci aspettava Sigit con la macchina, e siamo partiti verso Ketapang per prendere il traghetto per Bali.
Dopo mezz’ora siamo approdati al porto di Gilimanuk, nel nord-ovest di Bali. Siamo un’ora avanti rispetto a ieri. Bali è molto diversa: qui il 90% della popolazione è induista e lo si vede passando davanti alle case con i piccoli templi. Inoltre sembra tutto più pulito e in ordine. Siamo scesi lungo la costa fino a Ubud, dove Anto e Sigit ci hanno lasciati al nostro hotel, l’Uma Ubud, un bellissimo resort a 2 km dal centro. Domani avremo un’altra guida del posto.
Stasera volevamo camminare fino in centro, ma ha iniziato a piovere talmente forte che ci siamo fermati a mangiare in un warung qui vicino.
Domani possiamo prendercela con calma, la partenza è fissata per le 9.00.
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