Oasi e cammelli

Oasi e cammelli
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Stamattina sono venuti a prenderci con il pulmino per visitare la città di Al Ain nell’emirato di Abu Dhabi. La città deve il suo nome (“sorgente”) alle numerose oasi.


Al Ain si trova in mezzo al deserto, a sud-ovest di Dubai. Uscendo dalla città abbiamo visto la Free Zone Silicon Oasis (un’area dove non si pagano tasse), alcuni progetti in costruzione come Universal Studios dei quali per via della crisi ci sono solo due archi, Dubailand, che diventerà il centro commerciale più grande al mondo, dieci volte più grande della Dubai Mall, con sopra Jurassic Park, un parco tematico.

Pian piano il paesaggio cambiava e c’era solo deserto, con alcune palme di datteri. La sabbia diventa sempre più rossa man mano che ci si allontana dalla costa.

La prima tappa sono stati i Giardini archeologici di Hili, dove sono stati ritrovati dei resti di tombe circolari risalenti a 5000 anni fa. La tomba più grande è la Great Hili Tomb. Tutta l’area è un grande parco aperto al pubblico.

Poi siamo andati al Museo del Palazzo Al Ain, che fino al 1976 era la residenza dell’ex-presidente degli Emirati Arabi e defunto padre dell’odierno sceicco, Shaikh Zayed bin Sultan al-Nahyan. Questo grande palazzo è stato ristrutturato e oggi è un museo che mostra ritratti dello sceicco e dei suoi 19 figli, le varie stanze e i cortili interni e l’arredamento appartenuto alla sceicco.

Dopodichè abbiamo visitato il Museo Nazionale di Al Ain vicino al forte Al-Sharqi, con un’esposizione archeologica (tra l’altro mostra gli oggetti ritrovati a Hili) ed etnografica. Vicino al museo c’è anche l’entrata a una delle oasi, l’Oasi Al-Ain, dove si vedono non solo le palme di dattero, ma anche i canali di irrigazione chiamati falaj.

Dopo una breve tappa al mercato di cammelli, dove non siamo scesi per non portare i batteri all’allevamento che avremmo visitato il pomeriggio, siamo andati a pranzo nella Bawadi Mall, dove ci sono una pista di pattinaggio e una pista da sci (ma senza neve). Si trova vicino al confine con l’Oman: Al Ain infatti è divisa dal confine e l’altra parte della città si chiama Buraimi. Da qui si vedevamo bene anche la montagna Jebel Hafeet, la più alta della zona, che fa parte della catena montuosa Hajar.

L’ultima visita ad Al Ain era al forte Al Jahili, che mostra un’esposizione fotografica di Wilfred Thesiger, un esploratore inglese che per anni ha vissuto con i beduini. Qui c’erano ben 46 gradi al sole!

Ritornando a Dubai, ci siamo fermati all’allevamento reale di cammelli Camelicious, dove abbiamo dato delle carote ai cammelli e abbiamo degustati dei cioccolatini fatti con latte di cammello.

La sera dopo cena abbiamo fatto un giro in centro e con una tipica imbarcazione chiamata abra abbiamo attraversato il creek.

Domani ci aspetta Abu Dhabi!