Chi ha visto l’uomo bianco?

Chi ha visto l’uomo bianco?
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Ecco, questa volta dallo Swaziland, un piccolo regno tra Sudafrica e Mozambico. Ma arrivarci non era poi tanto semplice.


Allora, stamattina safari, ma abbiamo visto poco niente. E niente leopardo purtroppo, forse domani siamo più fortunati. Faceva veramente freddo…

Verso le dieci siamo partiti da Shishangeni e siamo usciti dal parco Kruger a Crocodile Bridge, per dirigerci verso il confine con lo Swaziland. Siamo passati per piantagioni di zucchero di canna, banane e tanto altro. Finalmente siamo arrivati al confine. Voi direte: e che problema c’è, sarà come andare a San Marino… Allora, ci fermano una prima volta dove ci danno un bigliettino con il numero di targa e ci dicono di parcheggiare, entrare in un ufficio e dichiarare macchine fotografiche, computer ecc. Ok. Ci fermiamo, non facciamo in tempo ad uscire che uno (bianco) stava cercando di aprire la porta della nostra macchina, rigorosamente chiusa ovviamente. Stavamo pensando: devono essere italiani. Infatti. Aveva scambiato la sua Honda CRV bianca con la nostra Tiida bianca… c’è un po’ di differenza. Ci siamo fatti spiegare cosa dovevamo fare. Abbiamo compilato il permesso per la macchina e dichiarato gli oggetti di valore. Siamo risaliti in macchina, volevamo passare il confine (siamo ancora a quello sudafricano!), ci fermano di nuovo. Parcheggiamo dall’altra, entriamo in un altro ufficio, lì controllano il passaporto e mettono un altro timbro sul primo fogliettino (quello della macchina). Risaliamo in macchina, sperando di passare finalmente, consegniamo il fogliettino e vai. Qualche metro più avanti, ecco il confine dello Swaziland. Vogliamo passare attraverso la sbarra, ma ci fermano e ci danno indicazioni in swazi, vabbè. Anche qui parcheggiamo, entriamo nell’ufficio, prima mettono il timbro nel passaporto, poi passiamo al prossimo sportello, devono preparare il lasciapassare per la macchina e incassano 50 rand. Risaliamo in macchina, speriamo che la sbarra si alzi, no, niente. Dobbiamo aprire il cofano, poi finalmente si parte.

Adesso vi chiederete: ma che razza di paese è questo? Ma cosa ci sarà mai?

A dire il vero non ha niente di speciale. A parte che qui sono veramente tutti i neri. Pensate che un bambino per strada ci ha guardati con degli occhioni grandi così… Forse non aveva mai visto un uomo bianco. Come paesaggio c’è molta montagna. Se vedete il fuoco, non preoccupatevi, qui fanno così che uccidere i parasiti (anche nel Kruger se vi siete accorti) o i serpenti. A proposito, di zanzare non ce ne sono. Almeno noi non le abbiamo viste, ma ci hanno detto che in questo periodo è troppo freddo. Adesso ci troviamo a Ezulwini Valley, a pochi chilometri dalla capitale Mbabane. L’hotel è un resort con casinò e gira gente tutta elegante (o che pensa di esserlo). I casinò comunque sono molti. Appena arrivati siamo andati a visitare un villaggio qui vicino, a Mantenga, dove hanno ballato il tradizionale sibhaka e cantato e poi uno della tribù ci ha spiegato la loro cultura e le loro tradizioni e ci ha mostrato il villaggio.

Oggi abbiamo cenato in hotel, così ci riposiamo un po’. Domani ci fermiamo in una riserva nello KwaZulu Natal. Siccome lì non c’è corrente, non ci sarà neanche internet. Già così è ogni volta un’impresa caricare tutto. La connessione è a pagamento e molto lenta. Anche i cellulari non funzionano sempre, ma dicono che qui è così. Speriamo che una volta arrivati alla costa la situazione migliori, così aggiungiamo le descrizioni alle foto.

Buonanotte (Stephan sta già dormendo…)