E di notte il mondo è cambiato…

E di notte il mondo è cambiato…
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Ciao a tutti! Finalmente (dopo ore di volo e di macchina) siamo arrivati in hotel. E non era tanto facile arrivarci… Ma partiamo dall’inizio.


Il volo tutto ok, un po’ di traffico per arrivare a Monaco, ma siamo partiti in orario. La Emirates è ottima: menù di 3 portate, film on demand, non ci lamentiamo. Purtroppo non abbiamo visto Dubai dall’alto, c’era una nuvola proprio lungo la costa, ma abbiamo visto l’interno, tutte le luci e autostrade a 6 corsie. In aeroporto l’attesa era lunga, abbiamo fatto un giro nel terminal della Emirates, è come un centro commerciale, pieno di arabi e indiani.

Finalmente siamo partiti per il Sudafrica, abbiamo dormito un po’, abbiamo mangiato (continuavano a darci da mangiare) e tranne la colazione araba (che poi gli arabi non la mangiavano perché era già sorto il sole) era tutto buono.

Arrivati in aeroporto abbiamo fatto abbastanza in fretta, non c’era quasi nessuno. Abbiamo atteso con molta ansia le nostre valigie, e sono arrivate tutte due, juhu!

All’uscita dell’aeroporto ci stava già aspettando Edmondo (non abbiamo capito bene il suo nome, secondo Stephan era Edmondo…). Che fatica capirlo! Anche se parlano inglese, hanno un accento strano e si mangiano le parole. Edmondo ci ha accompagnati alla Vodacom dove dovevamo ritirare il cellulare per il viaggio che doveva essere incluso, ma non lo era. Quindi abbiamo lasciato stare, tanto i nostri cellulari funzionano comunque in roaming. Dopo la Vodacom abbiamo fatto un salto al bancomat e poi siamo andati a ritirare il nostro gioiellino alla Avis, una bellissi-issi-issima Nissan Tiida. Potrebbe essere la cugina sudafricana della indimenticabile Ford Fista dell’anno scorso in Messico!

Caricate le valigie, siamo partiti (Stephan a dire il vero). Diciamolo subito: le istruzioni fanno schifo. Abbiamo girato per 20 minuti intorno all’aeroporto, bell’inizio. Qui non è che puoi tirare giù il finestrino e chiedere al primo che incontri. Comunque ce l’abbiamo fatta e siamo partiti, con un po’ di ritardo.

Ci siamo fermati a fare benzina e poi abbiamo scelto una strada alternativa per raggiungere l’hotel, più panoramica e avventurosa, diciamo. Siamo saliti a Lydenburg. Qui quasi non c’era nessuno in giro, tranne qualche buca (eh sì, fanno concorrenza ai messicani) e degli Afrikaner lungo la strada (anche lungo l’autostrada, meglio stare attenti, quando è buio proprio non si vedono). Abbiamo poi attraversato il Robbers Pass con il sole che tramontava dietro di noi. Vedrete che foto! Da lì si arriva a Pilgrims Rest, un vecchio paese dove una volta cercavano l’oro nel letto del fiume, oggi è rimasta una vecchia pompa di benzina inglese ancora in funzione. Abbiamo proseguito fino a Graskop per arrivare a God’s Window, un punto panoramico sul Blyde River Canyon. Da lì abbiamo catturato il primo tramonto africano.

Si stava facendo buio e così ci siamo messi a cercare l’hotel. Ovviamente la prima volta non abbiamo visto il cartello e siamo dovuti tornare indietro. Qui è pieno di italiani (due pulmini), abbiamo una suite grande come un appartamento e a cena abbiamo mangiato qui al ristorante, crema di pomodori e filetto di manzo con patate e verdure (veramente ottimo), per finire un tortino al cioccolato con salsa alla vaniglia.

Adesso a nanna, sono solo le dieci ma dobbiamo recuperare. Domani entriamo nel Kruger che è a pochi chilometri da qui.

Dimenticavamo: Questo post probabilmente verrà caricato domani mattina, se alla reception internet funziona. Qui in camera non c’è.